Mario Marino: il suono dentro l’immaginario elettronico

Ideatore e curatore di numerosi progetti ed eventi musicali che hanno alimentato la scena elettronica veneta dei primi ‘90, legati alla storica trasmissione radiofonica Red Planet. Stessa denominazione usata all’epoca come nome collettivo di dj per identificare un certo suono ambient-techno, quello delle cosiddette chill-out zone.
Nel 2004 fonda l’etichetta ambient Laverna.net e, sotto lo pseudonimo matera electronics (poi molven), dá vita ad alcune produzioni in cui convivono suoni rarefatti e introspettivi, con sequenze ed articolazioni ritmiche tipiche di certa elettronica IDM. Nelle ultime produzioni il suono diviene piú profondo e dilatato spostandosi su territori ambient-drone, con elementi vocali e venature noise.


I nostri progetti

banale1Il presente sito web è un contenitore di articoli che hanno lo scopo di documentare quanto abbiamo realizzato in questi anni e stiamo realizzando attorno ai nostri progetti musicali, ovvero riflessioni, eventi, concerti, performance, trasmissioni radio, installazioni artistiche, conferenze, iniziative per la distrubuzione in Rete della musica e la diffusione delle licenze Creative Commons.
[Il presente sito web si basa su un template di WordPress da me realizzato che ho chiamato m3minimal, vedi l’altro mio blog: mariomarino.eu]

All’interno di questo percorso si inserisce il mio progetto musicale personale (molven), che al di la delle caratteristiche artistico/musicali (di cui parleremo ampiamente in seguito), ha come caratteristica fondamentale proprio questo ampio respiro che proviene da una lunga storia e lo rende qualcosa di più articolato e complesso rispetto ad un semplice progetto di musica elettronica. Esso infatti risulta collocato nel quadro complessivo di quella dimensione collaborativa e di quella prospettiva ampia di condivisione di percorsi che da sempre caratterizza il nostro impegno sul territorio, sui media classici e, più recentemente, sul web.

Dunque le cose che racconteremo sono non solo segnate dalla condivisione di un certo gusto musicale, ma anche e soprattutto dalla condivisione di un’attitudine alla costruzone di eventi in team, di un’idea di lavoro comune realizzato collaborando e distribuendo sforzi ed energie. Abbiamo voluto con il nostro lavoro segnalare ai fruitori di musica elettronica dell’epoca (ma vale anche oggi), che non c’era solo l’offerta “modaiola” e scadente delle discoteche, ma esisteva una scena musicale europea grandiosa che stava trascinando con la sua lunga onda generazioni intere di appassionati. Abbiamo dato vita ai primi party ambient-techno del nostro territorio e a concerti tra i quali Aphex Twin, Zen Paradox, Trascendental Love Machine, interamente progettati, concepiti e costruiti all’interno del circuito delle autoproduzioni artistiche della scena locale (circoli culturali, club tematici, centri sociali).

Ci sono da sempre alcuni punti fermi nella nostra visione delle cose:io-liveset_res

  • Promuovere la sensibilità estetica, quella che ci fa riconoscere il bello anche in ambito musicale e di musica elettronica. Riconoscere la qualità del suono e il suono di qualità, in un contesto culturale difficile, soprattutto per l’offerta musicale, come quello della nostra depressa area geografica.
  • L’elemento stilistico che costruisce una sorta di identità, non statica o fossilizzata, definita una volta per tutte, ma un percorso in divenire che, un po’ schematicamente, potremmo collocare all’interno di quelle categorizzazioni che vanno sotto i nomi di: ambient, downtempo, IDM, e dagli infiniti sotto-generi da esse derivati.
  • La dimensione organizzativa di tipo collaborativo: le cose vanno condivise collettivamente non solo per avere un risultato migliore, ma soprattutto per conferire al risultato un valore ulteriore, un quid specifico, perché il senso delle cose fatte è più nel percorso che serve per arrivarci che nel risultato in sé.
  • Connesso al punto precedente, il carattere sociale dell’arte, intesa come ambito della comunicazione umana che gode certamente di un valore e di un senso “in se stesso” (come riflessione, svago, evasione, sogno..), ma che può esprimere anche una forte potenzialità di emancipazione sociale nella sua essenza di comunicazione intersoggettiva. Il tema “politico” quindi, come il rifiuto delle discriminazioni, la solidarietà concreta nei confronti delle fasce sociali meno forti, la tutela dell’ambiente, ci hanno guidato verso la condivisione di scelte di tipo sostanziale. Dai prezzi dei biglietti, alla qualità del cibo e delle bevande negli spazi di ristoro, in un quadro di critica nei confronti del cosiddetto showbiz e nella collocazione radicalmente alternativa rispetto alla scena delle discoteche e dei “divertimentifici” degli anni ’90.

molven_img1Tutti i djset e liveset di molven documentati in questo sito (categorie djset, liveset), non sono semplicemente un mero elenco di apparizioni dal vivo (come potrebbe risultare dalla pagina exhibitions), ma nella stragrande maggioranza sono eventi che abbiamo direttamente organizzato noi, oppure dei quali abbiamo condiviso lo spirito e contribuito ad una parte dell’organizzazione assieme agli altri partecipanti. Anche per questo dunque, avendo ognuno una propria peculiarità, meritavano un articolo specifico dedicato.

Fino al 2004, le esibizioni come dj preferivamo firmarli con il nome collettivo Red Planet, un contenitore di idee e un terreno di incontri e sperimentazioni che voleva anche prendere le distanze dalle ansie di protagonismo e dai tratti egocentrici che talvolta si incontravano nei dj della scena techno. La condizione per l’uso del nome era solo la condivisione dello spirito, aperto, collaborativo, attento al contesto in cui l’esibizione avviene e fortemente orientato alla qualità del suono. In un certo senso, una sorta di Luther Blisset della scena musicale.

controllerElenco (parziale) delle persone con cui ho condiviso questo spirito all’interno dei progetti: Massimo Tosato, Giovanni Dal Mas, Antonio Menegotto, D. Pinna, Mirco Salvadori, Lorenzo Isacco, Enrico Coniglio, Francesca Coniglio, David Mora, Gianluca Parisella, Mauro Martinuz, Giulio Escalona, Gloria Testoni..


La nostra storia

[vedi articoli sotto le categorie: eventi, liveset, djset]

Schematicamente è questa la cronologia dei progetti principali che abbiamo realizzato in questo lungo percorso, dal 1987 ad oggi:

  • Lightless (1987-1990) trasmissione radiofonica di musica “new wave” da Radio Cooperativa Montebelluna
  • Red Planet (1993-2004) trasmissione radiofonica di musica elettronica ambient/downtempo da Radio Sherwood Padova, ma anche progetto collaborativo per la realizzazione di eventi musicali con precise caratteristiche.
  • Laverna (2004) netlabel musicale di ambient/idm che ha progressivamente ampliato e sviluppato il proprio carattere aperto e partecipativo avvalendosi di numerosi e importanti apporti (attualmente diretta da Mirco Salvadori).
  • Matera Electronics (2004-2007) mio progetto musicale solista IDM-oriented, nato assieme a Laverna.
  • Molven (2007) il mio progetto musicale attuale che dà il nome al presente sito web.

[VEDI ARTICOLO → MOLVEN, LA STORIA]
[VEDI ARTICOLO → RED PLANET, LA STORIA]
[VEDI ARTICOLO → LAVERNA, LA STORIA]


Filosofia musicale

[vedi articoli sotto le categorie: teoria musicale]

E’ come se non dimenticassi mai il silenzio, da cui ogni suono proviene e verso cui ogni suono ritorna.

La musica elettronica è come un’unica immensa traccia senza inizio né fine che stiamo ancora collettivamente sviluppando..

I seguenti punti sono la sintesi di un excursus che tenta di descrivere la struttura e le caratteristiche del suono elettronico così come lo intendiamo noi:

  • Il linguaggio musicale.
  • L’ambient(e).
  • La centralità dell’ascolto.
  • La forma musicale aperta.
  • Le componenti strutturali dinamiche.

[VEDI ALL’ARTICOLO COMPLETO → “LA MUSICA ELETTRONICA COME PROCESSO DINAMICO” ]

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Come in ogni altro ambito artistico, gli elementi della fantasia creativa e l’humus culturale dentro il quale viene concepita l’opera d’arte, determinano i tratti stilistici e sostanziali dell’opera stessa. Dunque l’immaginario elettronico è l’orizzonte estetico, la suggestione da cui parte il musicista per produrre quella che chiamiamo elettronica, che quindi è cosa ben diversa dal semplice fatto di usare macchine (elettroniche) per produrre suoni e sequenze.
Oggi la quasi totalità della musica che esiste è elettronica, ma solo nel senso di “fatta col computer”, mentre le componenti elettroniche della musica sono, secondo noi, non quelle derivate semplicemente dalle macchine, bensì quelle scaturite da un orizzonte estetico, un immaginario, una suggestione propriamente ‘elettronica’. E’ quindi un’adesione empatica che nasce da un certo modo di sentire e usare i suoni, in accordo con i battiti del proprio cuore. Come diceva Alberto Marchisio nel suo saggio Drones: “Il mio cuore fa bleep!”.

Potremmo tentare di indicare qui alcuni di questi elementi tipici dell’immaginario elettronico: l’aspirazione verso l’alto e l’infinito, lo spazio e il cosmo; la fascinazione per le macchine e la loro suggestiva “freddezza”; la fantascienza e la dimensione “futuribile”; i paesaggi nordici, le atmosfere cupe e ripetitive..

[VEDI ARTICOLO COMPLETO → “IL SUONO DENTRO L’IMMAGINARIO ELETTRONICO”]

Il suono molven si genera da un insieme di elementi incontrati all’interno di un lungo percorso fatto da una grande quantità di ascolti, da letture, da riflessioni personali, da infinite discussioni con amici di una vita, da esperimenti su macchine elettroniche e dalla passione per i computer che risale ai primi personal sul mercato (C64, Atari..).

Nei live-set come nelle produzioni (finora esclusivamente per la netlabel Laverna.net) sotto lo pseudonimo prima matera electronics, poi molven, cerchiamo di tracciare un percorso musicale in equilibrio tra una dimensione più emozionale/introspettiva, che si muove su territori musicali titpicamente ambient, fatta di tappeti, drones e ricerca sonora con venature noise/shoegaze; e una più astratta/mentale, tipica di certa elettronica-idm (per intenderci à là Arovane/Ocre..) che vive di trame compositive, complicazioni ritmiche e sequenze di note che possono anche raggiungere una certa complessità e conmprendere componenti aleatorie. Tali trame compositive emergono e si dissolvono dalla/nella texture ambient di base su cui il brano si appoggia: dal drone scaturisce una sequenza di note come se da esso provenisse e che poi in esso andrà a morire, o viceversa, far generare il drone dalla destrutturazione di una sequenza di note che si perdono fino al punto di mantenere solo l’intonazione di base o dominante. E’ come se i due “opposti”, il suono e la sua strutturazione temporale si toccassero: la sequenza (di note) e l’inviluppo di un singolo suono tendono a sovrapporsi.

[VEDI ARTICOLO COMPLETO → “ESTETICA DELLA SINTESI”]


Note tecniche

[vedi articoli sotto le categorie: audiotecnica]

Mentre esistono musicisti che prediligono, per le modalità di intervento e il tipo di risultato timbrico ottenuto, l’uso di strumenti hardware specifici molto spesso di tipo analogico (synth, mixer, multieffetti)..
Un mondo in continua e spasmodica evoluzione che offre ampiamente tutte le possibilità espressive per qualsiasi progetto musicale, purché a prevalere sia l’idea, il progetto, l’elemento creativo rispetto al tempo e alle energie dedicate al fascino per la tecnica e all’aggiornamento dei suoi strumenti, problema tipico di molti musicisti elettronici (ricordate l’immaginario di cui parlavamo prima?), che rischia di sottrarre tempo al lavoro musicale e al senso del proprio progetto.
[VEDI ARTICOLO COMPLETO → “MOLVEN, NOTE TECNICHE”]

Mario Marino, Padova – 23 Dicembre 2012

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