Intervista di Andrea Aguzzi a Laverna.net

Andrea Aguzzi intervista Mario Marino, Mirco Salvadori e Lorenzo Isacco sulla netlabel Laverna per il Blog “Chitarra e dintorni”.

1. Raccontateci come è nata l’etichetta, come è stato scelto il nome, il logo, come mai la scelta della musica elettronica, o meglio, di una certa forma di musica elettronica, in particolare quella italiana, quando avete iniziato e come vedete il panorama musicale oggi, cosa volevate fare e se pensate di esserci riusciti, quali erano i vostri back ground e i vostri modelli…ma soprattutto .. cos’è una netlabel e come si gestisce?

MARIO MARINO: Le origini della nostra passione musicale affondano le radici molto più lontano nel tempo (ricordate le trasmissioni “Nocturnal Emission” e “Red Planet”?), ma per questa storia possiamo far partire tutto dal 2004, che per l’era della musica in Rete rappresenta in qualche modo l’anno della svolta: esplode a livello internazionale il fenomeno delle “net-label”, vere e proprie etichette discografiche virtuali che offrono file sotto forma di MP3 liberamente scaricabili. Esse alimentano il proprio catalogo attraverso l’attività libera e gratuita di musicisti che in questo modo hanno la possibilità di dare ampia diffusione al proprio lavoro. Il consolidamento di questo fenomeno è avvenuto in concomitanza con la nascita negli Stati Uniti di una forma di tutela legale dei diritti d’autore più modulare e flessibile del tradizionale “copyright”, ormai inadeguato ai nuovi mezzi tecnologici. Si tratta delle ormai notissime “Creative Commons”, licenze che consentono di “scaricare”, duplicare e diffondere da e verso la Rete un brano musicale, mantenendo nello stesso tempo la tutela del diritto d’autore. Appena presi coscienza di quanto stava avvenendo, delle straordinarie potenzialità di un modo di diffondere i suoni e costruire collaborativamente percorsi musicali, aprii un sito web ed iniziai a mettere dentro interi pezzi del mio percorso musicale. Tuttavia dopo aver fatto questo mi resi conto che il valore dell’operazione era puramente di documentazione storica, non trascurabile, ma ben al di sotto delle potenzialità che offriva lo strumento. Pensai allora che il vero valore aggiunto, il senso di tutto il progetto, fosse in realtà nella dimensione “collaborativa”, che infatti rimane il tratto centrale ancora oggi. Il percorso si alimenta quotidianamente della collaborazione di più persone e, pur mantenendo una linea artistica di riferimento come deve essere per un’etichetta, i contenuti prendono forma da un lavoro comune. Ecco che allora la parte documentativa diviene solo una voce del menu del sito (“eventi”) più rivolta alla memoria del passato e il cuore diventano le pubblicazioni periodiche di “release” in formato MP3, che nascono inizialmente da contatti locali. La prima fase della label sostanzialmente la caratterizza come una sorta di contenitore di suoni raccolti in base al nostro gusto ma fondamentalmente legati alla scena elettronica locale (il Veneto). Dunque in questa prima fase il suono non è ben definito la linea estetica non precisa. Abbiamo un contenitore di proposte elettroniche di artisti locali anche molto interessanti, nel quale di volta in volta possono trovare spazio sonorità anche molto diverse (dall’ambient alla drum’n’bass, dalla techno all’IDM). L’anno successivo (il 2005) avviene la svolta artistica: la linea estetica si definisce (il nostro suono è un suono da ascolto tra l’ambient e l’IDM con venature di sperimentazione e iniezioni di elementi acustici..) e i contatti con i musicisti internazionali diventano il tratto distintivo. Il percorso ha raggiunto una tappa importante: siamo partiti dal locale, ma la Rete ci ha spinto nella dimensione globale, parliamo percorsi musicali con musicisti di Mosca nello stesso modo con cui lo facciamo con i nostri storici amici di Treviso o di Vicenza. Il fatto che siamo a Padova o a Venezia a Londra o a Mosca non fa differenza: le idee viaggiano veloci come gli scambi di informazioni nell’era digitale..

LORENZO ISACCO :Della scelta del nome del progetto e della musica elettronica, non posso che rifarmi a quanto affermato da Mario e confermare che la musica elettronica italiana di qualità, è sicuramente una risorsa immensa che probabilmente troppo spesso rimane un po’ troppo nel sottobosco delle etichette dance e techno. Anche altre forme di musica elettronica, come quelle predilette da noi di Laverna (intendo ambient, IDM, electro, eccetera) trovano in Italia degli interpreti di straordinario valore. In Laverna.net abbiamo potuto far convogliare una situazione un po’ particolare, ovvero un certo sottobosco di arte musicale che negli anni e dagli anni ’80 in avanti ha prodotto realtà a livello internazionale. Abbiamo avuto la fortuna di nascere ed estenderci tra Padova, Treviso e soprattutto Venezia. E’ in questi territori che hanno trovato ispirazione buona parte delle ultime realizzazioni della nostra etichetta, con un risultato qualitativo che a detta di esperti del settore è di indubbio interesse. Nostro piacere sarà quello di continuare a migliorare e poter proporre altri artisti che fluttuano da tempo o si sono appena immersi in questo suono. Questa è forse una premessa per ciò che riguarda il resto della domanda, molto impegnativa. Il mio background, in particolare, esula dalle ribalte se non per sporadiche apparizioni in qualità di speaker radiofonico, di organizzatore e presentatore. La base di tutto però è la passione e la passione per un suono che non si è mai sentito prima di una certa annata e soprattutto, per l’Italia, prima di una certa trasmissione, “Nocturnal Emission”, ma qui è meglio che proseguano Mirco e Mario. Ritrovarsi con il cuore e le orecchie piene di suoni così innovativi (per l’epoca) e qualitativi, ha fatto venire l’acquolina in bocca a noi tutti, tanto che un giorno, dopo che Mario aveva già svolto buona parte del lavoro “sporco” fondando l’etichetta, ci siamo resi conto che le evoluzioni tecnologiche e della rete WWW ci si potevano aprire davanti nuove fantastiche strade. Una NET LABEL. Mario era già andato avanti, rispetto a quelle che erano le elucubrazioni di Mirco e mie, assieme al buon Massimo. Una NET LABEL. Già, cos’è una NL? E’ una etichetta, a tutti gli effetti, con una struttura non giuridica, ma dichiarata, formata da alcune persone (e ne stai intervistando alcune) che sono eletti a ruolo, come direttore artistico, direttore di produzione e responsabile tecnico, nonché altre forme, dato il continuo evolversi del progetto Laverna.net. Laverna nasce come progetto collaborativo tra i fondatori, ed i potenziali associati. Una Net Label si propone come una normale etichetta discografica, pubblicando con i propri mezzi, in perfetto accordo con la forma della licenza CCL (Common Creative License) i prodotti che sono considerati consoni rispetto alla linea artistica dell’etichetta, e soprattutto di una certa qualità (cosa alla quale teniamo molto, sperando anche di soddisfare i nostri affezionati visitatori). Ricevuto il materiale (si fa tutto via email ed affini oramai), se lo consideriamo affine alle nostre linee artistiche, lo pubblichiamo negli spazi della nostra etichetta, dedicandoci alla promozione di esso al fine di favorirne la maggior diffusione possibile. Questa è la parte “facile”. Inoltre, Laverna.net sta espandendosi in molteplici direzioni artistiche, ampliando i propri orizzonti pur sempre mantenendo la fondamentale passione per il suono e la qualità elevata di esso. Attualmente possiamo contare circa 15 persone che collaborano più o meno attivamente ai progetti di Laverna, che non si sta trasformando in un qualcosa di ancor più complesso rispetto ad una net label.

MIRCO SALVADORI: Il mio back ground sonoro risale ai tempi meravigliosi in cui pronunciare la parola ‘Rock’ significava ribaltare completamente il significato di musica. Nel corso del tempo ho sempre ‘estenuamente’ cercato e ricercato suoni che potessero continuamente (ri)darmi quel senso di “rivolta” che sentivo quando, giovane, appoggiavo la puntina del braccio sul vinile facendo scaturire la ‘Meravigliosa Cattiveria dell’esser Alternativi’. Erano ovviamente altri tempi, usare il termine Alternativo oggi non avrebbe oramai alcun senso ma il gusto per la ricerca è rimasto intatto, solo il suono si è trasformato sbandando verso territori più vasti e silenziosi ma non per questo meno potentemente devastanti. Mi chiederai, buon Aguzzi, che relazione può mai esserci tra una traccia, che ne so, dei Ten Years After ed una – per esempio – di Biosphere (cito un esempio easy per facilitare l’immaginazione). Beh, il coinvolgimento! Il pathos è il medesimo solo mediato (forse nel mio caso) dall’età e dal tempo ma ti assicuro che una svirgolata elettrica dei bei tempi andati ha la stessa incurante potenza di un suono micromicamente glitch immerso all’interno di un universo sconfinato di ondate elettroniche!

2. Quali sono i titoli che hanno funzionato meglio in termini di download? (risponde Mario, giusto?)

MIRCO SALVADORI: Ovviamente è Mario che ti darà una risposta esaustiva, posso però dirti che l’exploit impressionante di Gigi Masin con il suo ‘The Last dj’ è stato qualcosa che ci ha assolutamente commosso. Vedere come da più parti del globo arrivassero messaggi di pura esultanza da persone con culture musicali magari diverse da quella che potrebbe esser una cultura elettronica tout court…impressionante!

MARIO MARINO: Beh su tutti lo splendido album di Gigi Masin che è letteralmente volato oltre quota 3.000 .. E’ il lavoro che ha avuto più download in rapporto alla sua pubblicazione relativamente recente. Una gemma di pura poesia ambientale.. Epoi la bellissima raccolta Nocturnal Emission curata da Mirco, (circa 6.000) e la vecchia raccolta degli inizi “Red Planet vol.1” (oltre 13.000).

3. Quali musiche vi pentite di aver fatto e quali invece avreste voluto e non siete riuscite a realizzare?

LORENZO ISACCO: Finora nessun pentimento: tutto quello che abbiamo pubblicato era il meglio che avevamo a disposizione nel momento in cui lo abbiamo pubblicato: mai abbiamo preteso né mai rimpianto, e penso che questo spirito sia stato finora molto apprezzato da tutti gli artisti che in qualche modo hanno deciso di collaborare con Laverna.net. Mentre quello che non siamo riusciti a realizzare.. c’è ancora tanto tempo davanti a noi..

MIRCO SALVADORI: Come dice il buon Lorenzo, assolutamente nessun pentimento, il futuro è davanti a noi e l’Oceano del Suono deve ‘farsi navigare’ per molto ancora…

MARIO MARINO: L’inizio dell’etichetta come contenitore di cose diverse provenienti dalla scena locale, ci è servito per partire. Non ha senso un’etichetta senza una linea estetica, senza un progetto sonoro.. Ma forse senza quelle prime sperimentazioni non ci sarebbe potuto essere lo sviluppo di cui stiamo parlando..

4. Il fenomeno delle etichette indipendenti sembra essere una cosa relativamente recente in Italia e comunque legata più all’indie rock o al punk, la mia sensazione è che comunque sia le indipendenti che le major cerchino di dare all’ascoltatore consumatore ciò che vuole, da parte delle label indipendenti forse c’è la possibilità di un rapporto più fidelizzato col proprio mercato, basato sulla qualità e la propria reputazione. Alla fine non credo che abbia importanza la vastità del mercato ma quello che si fa … alla fine che differenza c’è tra un cdr da 30 copie e . l’ultimo disco di Madonna?

LORENZO ISACCO: Beh, direi la qualità di incisione, alle volte, ma non sempre. E la popolarità del disco, che però non è PER NULLA sinonimo di qualità del prodotto. Le etichette indipendenti, come possono tranquillamente essere identificate le NET LABELS, possono dare spazio alla qualità e soprattutto a cioè che si ama. Non mi permetto di dire che l’ultimo disco di Madonna (che tra l’altro mi piace tantissimo) non sia un bel disco o non sia di qualità. Però posso tranquillamente affermare che noi produciamo solo ciò che ci colpisce, che ci piace veramente. Il resto non lo pubblichiamo, e in un mondo come quello tecnologicamente avanzato, dalle mille opportunità date dalla rete, ci piace affermare che grazie alla rete possiamo pubblicare il lavoro di chiunque, e che chiunque si può pubblicare da solo i proprio lavoro. La differenza sta nel lavoro di grande passione che svolgiamo nel selezionare, consigliare, presentare e diffondere, in varie forme, ed anche annoverando tra le nostre fila personaggi di qualifiche notevoli (redattori di Rockerilla, speaker radiofonici, artisti di fama internazionale..). Quindi concordo con te, si, certo: è un fenomeno relativamente giovane (e non solo in Italia) e soprattutto il movimento dovuto alle possibilità tecnologiche imperanti e prorompenti, ha dato una spinta in avanti notevolissima, ma la differenza non sta quasi mai nella qualità del prodotto, ma nella passione con la quale si desidera fare bene il proprio mestiere (a nostro vantaggio) e l’impatto economico sviluppabile ai fini distributivi (a vantaggio delle cosiddette major).

MIRCO SALVADORI: che differenza c’è tra il vino confinato dentro un contenitore tetrapack e venduto attraverso la grossa distribuzione ed un rosso d’annata?…..

MARIO MARINO: per le Netlabel la cosa è un po’ differente rispetto alle etichette indipendenti. Sembrerebbe che l’immaginario elettronico in Rete trovasse il proprio terreno naturale. La gran parte delle netlabel delle origini, ma anche di oggi, sono orientate tra le miriadi di filoni differenti dell’elettronica. E’ come se si fosse creato un cortocircuito tra la cameretta, luogo principe delle (auto)produzioni del musicista elettronico e il canale di diffusione delle stesse divenuto oggi la Rete (guardacaso sempre dalla stessa cameretta…). Ogni passaggio intermedio viene azzerato. Ci sono anche dei “contro” certo, ma io adoro questa dimensione orizzontale che scavalca il mercato e collega direttamente musicista e fruitore.. e anche se crea difficoltà contingenti al musicista, questa sorta di liberazione dell’arte, secondo me alla lunga porterà soprattutto benefici per i VERI musicisti. Non credete a chi dice che la musica morirà. Forse perderà spazio la produzione discografica e riprenderanno la centralità perduta le esibizioni dal vivo..

5. Che rapporti avete con i vostri musicisti? Come scegliete gli esordienti da promuovere con la vostra etichetta?

LORENZO ISACCO: I rapporti sono i più disparati: essendo possibile inviare materiale da un capo all’altro del mono, i rapporti possono essere molto cordiali, quasi amicali, ma pur sempre distaccati quando si pubblicano dei lavori di artisti stranieri, mentre per tutti, essendo noi tutti profondi appassionati, la cosa fondamentale, quando possibile, è un contatto diretto, una forma di amicizia nei confronti degli artisti italiani e magari anche quelli più vicini a noi. E’ così che sta evolvendo sempre più Laverna: è un punto di incontro, una crew nel vero senso della parola. Una comunità di amici, che prediligono il contatto umano, a contrasto con l’alta tecnologizzazione che la vita ci offre (e che Laverna sfrutta a proprio vantaggio). Un giorno, qualcuno che ben rappresenta il suono ambient e non solo a livello italiano e che, vivendo vicino a noi è diventato pilastro umano del progetto, ha detto una cosa che spiega appieno cos’è, oltre che una net label, Laverna.net: “[..] si è trattata di una splendida esperienza umana [..]”. E se non ci credete, potete andare ad ascoltarlo qui: http://www.laverna.net/VIDEO/OSplayer.swf?file=event09/1.flv

MARIO MARINO: Due vie, solitamente. Arrivano dei demo sotto forma di link a file audio. Le cose più diverse. E poi dall’iterazione diretta con musicisti con cui collaboriamo e che conosciamo personalmente. Il bello è che in entrambi i casi e la vicinanza del progetto sonoro a determinare la reciproca scelta.

6. Come sono i rapporti con la SIAE? Mi pare che voi avete optato per il modello di licenza creative commons, ce ne volete parlare?

LORENZO ISACCO: I nostri rapporti sono ottimi. I loro con noi un po’ meno…forse… Il problema non sussiste praticamente più: si, noi abbiamo aderito alla CCL come dicevo prima e questa licenza ci permette di assolvere ai diritti d’autore degli artisti in modo autonomo ed automatico: l’artista decide di mettere a disposizione la propria opera in modo gratuito e libero, utilizzando come canale distributivo strutture come Laverna.net, che svolgono tale compito in totale armonia con tale licenza, facendo in qualche occasione anche da tramite tra gli autori ed i fruitori, che possono decidere di chiedere (passo fondamentale) l’utilizzo di certa musica direttamente all’autore. Forniamo, in qualche caso, anche questo tipo di consulenza, ed è anche per questo che abbiamo aperto le sezioni radiofoniche e video di Laverna.net. Lascio approfondire maggiormente la questione del funzionamento della licenza a Mario, che è un esperto del settore.

MARIO MARINO: Come ho detto le Creative Commons sono state decisive per la nascita delle Netlabel. Sarà anche perchè io non ho mai pubblicato un disco vero e proprio, ma quando sento parlare di SIAE mi sembra di essere un ragazzino che si stupisce del racconto dei “vecchi”: “ma davvero un tempo esisteva un baraccone burocratico che serve solo a mantenere i suoi dipendenti? Incredibile..”. E’ solo una piccola anticipazione di quello che sarà tra qualche anno. Se solo fossi in grado di descrivere bene lo sguardo smarrito dei dipendenti dell’ufficio SIAE di Padova quando siamo andati a chiedere l’autorizzazione per un evento musicale interamente basato su musica Creative Commons.. (“Open” allo Stalker di Padova il 12 Marzo 2005).

7. Parlaci del rapporto che avete instaurato tra internet e il downloading, credete che questi due fenomeni abbiano cambiato il modo in cui si produce e si ascolta la musica? Avete mai pensato di tornare alla produzione del supporto fisico, cd, vinile? LORENZO ISACCO: Domandona! Certo che l’ha cambiato, in modo radicale ed irreversibile! La possibilità di scaricarti solo un brano che ti piace, ha svincolato milioni di poveri impigriti fan che non osavano più andare in un negozio di dischi per comperare l’ultimo dico dell’artista XYZ che altro non era che un bel “The Best” uguale a quello di un anno prima, MA, attenzione, contenente ben UN inedito UNO! O due, quando erano generosi. Beh, la rete, la diffusione, la facilità di fare “click” ed avere entro pochi minuti un brano (che se poi non ti piace lo butti via, oppure scarichi tutto il resto del disco) sono tutte cose che oramai la gente non potrà più dimenticare. Se hai uno smart phone, poi, spesso lo trasformi in una stazione multimediale, un lettore MP3 in piena regola. La comodità e facilità, la diffusione e la scelta per l’utente, sono tutte cose che son cresciute a dismisura con l’avvento del downloading. Il mondo della musica è radicalmente cambiato. Solo una cosa non cambierà mai: la musica! E qui potrei parlare per ore, ma la cosa che mi preme dire, riguardo alla tua domanda, è che la musica è sempre stata e sempre sarà una forma d’arte per feticisti. Chi più chi meno. Come la scultura, la pittura, la scrittura.. Avere “in mano” i l prodotto dell’arte dell’artista è una necessità alle volte quasi fisica. Ecco allora che in un’era nella quale apro il cellulare, metto le cuffie, digito “musica ambient” e scarico gratuitamente dei brani di elevata qualità artistica da Laverna.net (non è pubblicità, vero?) il disco o il CD acquisiscono una importanza quasi esclusivamente per feticisti. Ma è proprio in quest’ottica che non moriranno mai, anzi, è proprio di questi tempi la rinascita, in termini molto più ridotti, anche dati i sempre alti costi di produzione, proprio del vinile, in particolare. E’ un oggetto da collezione, da esibire agli amici, da guardare e riguardare he he.. E per i puristi del suono, è indubbio che il vinile produce, nelle condizioni migliori, il miglior suono ancora attualmente possibile. Detto questo, non ti svelo niente per ora, ma il 10 di dicembre, se ti farà piacere, potremo fare un annuncio simpatico che.. si sposa appieno con questa domanda.

MIRCO SALVADORI: Come ti ho accennato prima, io arrivo dall’era vinilitica. Per noi il passaggio al cd è stato traumatico: ci dava fastidio l’impossibilità di avere in mano una copertina, il non poter leggere tutte le sue note ed impararle a memoria – virgole comprese – ma eravamo dei pazzi! E non credere, lo siamo ancora e forse di più! Siamo riusciti a passare dal vinile al cd e dal cd al download (free!) senza andare ad interrompere il flusso dell’immaginazione e della fantasia uditiva e questo sta a significare che tutti quei discorsi sull’insostituibilità del disco son cose che lasciano il tempo che trovano. Certo: ancor oggi mi vado a scegliere un buon vinile dalla mia discoteca e me lo ascolto con gusto ma questo non mi limita e non mi impone di non andarmi ad ascoltare, per esempio, un buon Enrico Coniglio downlodato di fresco dal nostro sito con il suo nuovo lavoro.

MARIO MARINO: Quoto in pieno il buon Mirco! Io adoro il vinile ma ho sempre cercato di correggere tendenze feticistiche che molto spesso ho notato in noi musicofili. Il supporto, compreso il nobile PVC, è pur sempre un pezzo di plastica, conta solo il suono che ne esce..

8. A volte ho la sensazione che la possibilità di scaricare tutto, qualunque cosa da internet gratis abbia creato una frattura all’interno del desiderio di musica, una sorta di banalizzazione: insomma dov’è la spinta per un musicista a incidere un disco che con pochi euro riesci da solo a registrare e stampare quello che vuoi e chiunque può farlo? Alla fine diventa quasi un gesto quotidiano che si perde in un mare di download dove scegliere diventa impossibile … stiamo entrando in un epoca radicalmente diversa da quella che abbiamo vissuto finora? Come poter scegliere?

LORENZO ISACCO: Questa domanda mi piace moltissimo!!! Si, tutto vero, infatti la libertà e la semplicità di download ha un po’ banalizzato la musica e creato una specie di azione di rigetto per l’ascolto. Oggi è normale trovare chiunque con un hard disk esterno per PC con caricati giga di materiale da ascoltare, molto del quale è inascoltato, non piace, superfluo o addirittura è stato scaricato perché “piace a tizio e quando verrà a cena a casa mia faccio un figurone…”. Beh, purtroppo tutto quello che genera vantaggio, ha la giusta contropartita, e genera svantaggio. Oggi fare musica è facilissimo, renderla fruibile altrettanto, scaricarla ed ascoltarla è ancora più semplice, ed è spesso diventata una specie di droga (non parliamone oppure non ti basta la puntata di oggi ^^).. Come orientarsi nel mare magno del suono che si trova in rete? Beh, facile e difficile allo stesso tempo. Ti faccio io una domanda: oggi si sente spesso dire che non ci sono più bravi musicisti, bravi cantanti, che anche il cane del vicino può farsi un disco e pubblicarlo. Se poi va ad X Factor, ed è un bel personaggio ed è “disponibile” a certi compromessi, diventa un personaggio da classifica pazzesco! Ma poi, per il resto, è tutto piatto, tutto grigio.. non c’è più nulla da ascoltare.. E’ vero? Beh, per molti penso e temo di si, ma a mio parere, tutto questo è falso. Oggi c’è moltissima scelta, diffusione, reperibilità.. posso ascoltare di tutto. Ma non è detto che sia tutto di qualità, ANZI.. Allora come fare? Beh,ascoltare, ascoltare ed ascoltare: non scaricare solo per la sindrome del possesso, ma con la volontà di fornire un servizio a se stessi! Ascoltare per giudicare se piace o meno, e poi magari diffondere. Cosa c’è, allora, di meglio di appassionati che lo fanno costantemente? Che lo fanno perché lo considerano fondamentale? Piacevole? Imprescindibile? Allora fidiamoci di chi ascolta e diffonde quello che piace anche a noi, e fidiamoci di realtà come Laverna.net, e ascoltiamo la sua web radio, o guardiamo la sua web tv.. come eravamo pionieri negli anni 70, ora lo siamo nel senso della qualità degli ascolti e nella scelta del suono. Questa, secondo me, è la strada migliore.

MIRCO SALVADORI: Bisogna innanzitutto capire cosa si vuole ascoltare! Penso sia fondamentale limitare e limitarsi se si vuole continuare a mantenere un ‘ascolto umano’. Bisogna tenersi informati sulle uscite della varie labels e poi andarsi a cercare quello che più interessa. Solo così si può mantenere un senso logico, nel caso contrario si arriva a fagocitare hard disk su hard disk di roba e non si riesce ad ascoltare più nulla, se non scampoli di brani dispersi e senza senso.

MARIO MARINO: Ricordo ancora quando andavo a Milano o a Ginevra a comprare dischi. E trovavo solo una piccola parte di quello che volevo! Oggi su una web radio tematica o su Last.fm riesco ad ascoltare una quota enorme di un filone musicale che mi interessa, o a leggere recensioni sulle Netzine o sui blog tematici. Per non parlare del peer to peer.. Insomma dalla solita cameretta non serve più uscire, altro che viaggi a Ginevra.. Viaggeremo per turismo. Io personalmente ho adottato un mio sistema di archiviazione-fruizione della musica: cartelle tematiche con brani selezionatissimi che costruiscono percorsi sonori possibili per serate eventuali in cui metto musica come dj. Non ha senso secondo me riempire centinaia e centinaia di GB di album e di discografie complete che non ascolterai mai. Faccio il lavoro alla fonte, seleziono numerose playlist tematiche a cui cerco di dare un senso e che poi riascolto o propongo agli altri..

9. Credete che il ritorno al vinile di cui tanto si parla, a fronte del crollo delle vendite degli ultimi anni, sia un fenomeno solido e destinato a durare?

MIRCO SALVADORI: Moda?…forse. Lo dico a malincuore visto il mio assoluto e spassionato amore per quelle cose nere e tonde che in moltitudine ordinata coprono le pareti del mio buen retiro. Non credo si tornerà mai alla diffusione del disco come nuovo risorto mezzo di ascolto suoni. E’ moda di nicchia e ben venga ma non credo potrà avere chissà che futuro.

MARIO MARINO: sicuramente può durare ma solo come fenomeno di nicchia per irriducibili appassionati. E’ come tutte le altre cose del mondo futuro, così come me lo immagino io: un insieme di comunità tematiche tra le quali ci sarà probabilmente anche quella del vinile..

10. Il 16 maggio 2009 avete realizzato presso la Libreria Mondadori a Venezia vicino a Piazza San Marco un evento culturale chiamato “Un futuribile pomeriggio di inizio estate” interazioni immersive dentro l’immaginario elettronico, come è andata questa manifestazione? Come si è svolta? Ci sarà un seguito?

LORENZO ISACCO: Il 16 maggio del 2009 rimarrà per Laverna.net una data importante, in quanto per la prima volta abbiamo portato in un luogo di letteratura la nostra musica e le nostre idee. Da tempo, da un paio di anni, Laverna.net ha una certa familiarità e simpatia per i mondi 3D virtuali e tutte le innovazioni tecnologiche, in particolare legate al mondo Opensource, come testimonia l’apparizione nella puntata della trasmissione “Scenari” di Rai 3 del 4 aprile 2008. Inoltre alcuni di noi hanno una certa dimestichezza con le forme d’arte letterarie e ci siamo convinti di provare a proporre ad un pubblico non propriamente di affezionati dei nostri suoni, un prodotto multimediale completo, con interazioni di differenti forme e formule d’arte. E’ nato così, prima come esperienza umana e poi come proposta completa. Non era la prima volta che Laverna si cimentava in situazioni simili, ma per la prima volta il luogo, l’interazione, il pubblico a cui ci si rivolgeva ed un filo conduttore come il passato, la storia, la decadenza urbana e di costume, a raffronto con il futuro, l’energia, la tecnologia, il tutto legato da Venezia, città che è tutto questo. Laverna ed i suoi artisti italiani di punta, che guarda caso.. son quasi tutti legati a Venezia o di Venezia e dintorni.. Una esperienza molto interessante, ne ho già accennato prima e dato i link ad un video che una realtà di professionisti del settore video ha realizzato per e con noi. La Pixel Group che ha sposato gli ideali e la storia di Laverna, al fine di costruire un prodotto che ne narri la storia per portare a conoscenza dei più tutto il sottobosco musicale e tecnologico mondiale di cui abbiamo parlato nelle prime risposte. Una società di persone appassionate ed illuminate con le quali spero potremo collaborare ancora in futuro, anche per far crescere il mondo della musica indipendente. Seguito. Si, sicuramente ci saranno dei seguiti. Più di uno: la cosa fondamentale di cui ci siamo accorti facendolo, è che uno spettacolo del genere è piaciuto. Persone che mai avevano approcciato queste tematiche, son rimaste buone buone sedute 2 ore a godersi quello che stava capitando davanti a loro. Ora vogliamo migliorare qualche piccola parte, aggiungere delle sorprese e far diventare il “pomeriggio intromissivo” una esperienza itinerante. Sicuramente ci rivedremo a dicembre in uno dei posti più interessanti per il livello delle proposte e per la struttura: l’auditorium del Centro Culturale Candiani di Mestre.

MIRCO SALVADORI: Una notte ho avuto come un’illuminazione…ho pensato – perché non proporre in pieno centro a Venezia u qualcosa che vada oltre il solito concerto e oltre la solita rappresentazione artistica. Perché non proporre un mix tra suono di ricerca, letteratura, video e web. Dalla semplice idea alla realizzazione il passo è stato (si fa per dire) breve e il risultato ci ha premiato in pieno. Quella di Venezia è stata la puntata zero, al Candiani di Mestre torneremo con l’esperienza e la voglia di proporre ancor meglio e di più la nostra ‘fantasia elettronica’. MARIO MARINO: Magnifica concretizzazione di sogni concentrati tutti in un unico evento.. Io da vecchio organizzatore di eventi elettronici, l’ho vissuto come una sorta di punto di passaggio tra l’evento classico in cui l’ambient è relegata sempre a introduzione al suono elettronico ballabile (techno, house, drum’n’bass), all’evento dal vivo in cui il suono da ascolto ritrova la sua centralità e le persone arrivano per ascoltare e si fermano ad ascoltare. Un grande esperimento che avrà sviluppi futuri emozionanti.

11. Siete una netlabel veneta .. come vedete la possibilità di fare musica elettronica o comunque avanguardia in una città come Venezia che da una parte sembra ormai addormentata nel suo passato e d’altra ospita un evento come la Biennale? LORENZO ISACCO: Hai ragione, come accennavo prima il tema dello spettacolo che abbiamo raccontato in breve prima è proprio questo: Venezia è un po’ un punto nodale per questa sinergia particolare, tra passato e futuro, tra decadenza e splendore, tra manualità e tecnologia. Venezia è una città unica al mondo, in tutto e per tutto, e qualsiasi proposta le si adatta perfettamente, anche propri per questa struttura del tessuto sociale molto differenziata. Ci sono i dormienti, che vivono nel passato, che vivono e gestiscono la città nelle sue molteplici forme. E ci sono i veglianti, che vivono la stessa città,negli spazi e modi che si sono spartiti con i dormienti. La Biennale è un esempio di vegliante straordinario, di risonanza mondiale. Gli abusivi di Piazzale Roma pure, per certi versi.. Venezia vive di queste contraddizioni e di questi contrasti netti e violenti, che possono rendere il terreno fertile per ambientazioni futuribili di incredibile interesse: la vediamo molto bene. Il problema è che le possibilità di fare musica spesso sono gestite da dormienti o da veglianti che sono provati dalla fatica di carpire una fetta di tempo/spazio ai dormienti e quindi sono concentrati a far crescere la poca erbetta nel proprio metro quadro. A mio parere, invece è la condivisine, il concetto di rete, non solo internet, che deve vincere e portare Venezia come esempio di illuminazione ed internazionalizzazione musicale a tutto tondo. Deve guardare a modelli come Londra che ha un angolo per ogni suono: ma vogliamo mettere gli angoli veneziani con quelli londinesi? Ora stiamo cercando di collaborare con i movimenti che sembrano voler svegliare la city fisica e metafisica, movimenti come il Creative Hub o i 40X e speriamo di poterci eleggere con Venezia e tutti i veglianti illuminati a portatori di suoni e musica, e non solo, come da 20 anni e più speriamo e desideriamo fare, per far ascendere Venezia a capitale mondiale delle opportunità artistiche.

MIRCO SALVADORI: Non è che la mia città dorma…tra l’altro sarebbe cosa impossibile visto il volume impressionante di gente che la ricopre da mane a sera! Venezia vive anche di suoni ‘elettronicamente diversi’ ma sono suoni club-oriented, dedicati ad un pubblico giovanilmente e giustamente da sballo (leggilo nel senso buono del termine eh?! …basta solo il suono per sballare..ah, se lo capissero!…). Quello che credo manchi, a parte l’attività di un Teatro Fondamente Nuove che offre ricerca sonora a piene mani, è l’esperienza del suono elettronico così come la si vive nelle grosse metropoli quali Berlino o New York. Non dirmi che Venezia non ne avrebbe le possibilità. Per un motivo o per l’altro siamo sempre artisticamente al centro del mondo solo che la cosa non è risaputa da chi ha in mano le chiavi per aprire certe porte perennemente aperte però per quei suoni che io ritengo terribilmente deleteri…(Massimo Ranieri in Piazza San Marco?…)

MARIO MARINO: Come hanno detto Lorenzo e Mirco, Venezia potenzialmente non avrebbe nulla da invidiare nei confronti di qualsiasi capitale europea in termini di gente che ci passa con i relativi fermenti culturali che si porta dietro, né tantomeno in termini di suggestioni..

12. So che avete realizzato uno stretto rapporto da tempo con i nuovi metamondi fioriti in internet come second life, proiettando direttamente lì registrazioni di vostri live e installazioni, come mai questa scelta? Una stretta correlazione tra musica elettronica e virtuale? Un nuovo canale di promozione e di marketing?

LORENZO ISACCO: Si, tutto quello che hai detto è sicuramente vero. Ci siamo appassionati al mondo virtuale, per vari motivi, alcuni li abbiamo spiegati: affinità con il mondo opensource, affinità tra musica elettronica, i mezzi che la creano e i mezzi che la diffondono maggiormente, la rete, l’innovazione, il nuovi media, le possibilità di diffusione e la possibilità di raggiungere pubblici che non conosceremmo altrimenti. Molti suonano in Second Life da tempo. Tantissimi DJ anche molto famosi, ogni tanto,per diletto o per lavoro, suo non tramite un canale mediatico così affascinante e differente dal canonico. Noi siamo stati tra i primi a vedere le potenzialità di uno strumento del genere, nella ridondanza della vita sdoppiata: mondi virtuali che vedono se stessi proiettati su uno schermo reale, dove la gente reale vede il mondo virtuale, che a suo a volta rivede il mondo reale ivi proiettato.. Sembra complesso, ma non lo è: io nella realtà vedo proiettata la vita virtuale, interagisco con queste forme di video arte moderne e rivoluzionarie, faccio arte e la rivedo in tempo reale, proiettata, ma la vivo, e mentre la vivo in 3D, mi rivedo, proiettando la realtà nel metamondo.. Ricorsività di visioni ed interazioni. Affascinante. Siamo stati tra i primi al mondo, assieme per esempio alla Regione Toscana. Abbiamo portato questo strumento semplice ma affascinante in molti luoghi e ovunque ha avuto interazione con successo. Inoltre, se riusciremo, potremo avere una chicca non da poco con un piccolo pezzo di intromissione in un pomeriggio reale, con un artista virtuale (che però, “dietro” ha sempre un personaggio reale di indubbio peso artistico!).

13. Quali saranno le prossime uscite e le vostre prossime iniziative?

MIRCO SALVADORI: In qualità di direttore artistico mi occupo anche della ricerca suoni ed uso ovviamente anche MySpace come bacino di ascolto. Girando le varie pagine di questo favoloso libro scopri realtà sonore meravigliose: piccoli capolavori costruiti sull’immaginazione di, quasi sempre, giovanissimi artisti. Abbiamo parecchie cose in arrivo dalle più svariate parti del mondo ma preferiamo curarle bene e proporle solo quando riteniamo siano pronte per l’ascolto. Dovremmo inoltre avere prossimamente in catalogo anche produzioni firmate da grossi nomi dell’ambient internazionale ma…riserbo è la parola chiave.

MARIO MARINO: 3 cose mi piacerebbero: 1. il secondo volume di “nocturnal emission”. 2. una release audio-video con le registrazioni dal vivo del nostro prossimo evento “futuribile”. 3. e poi lo so che un giorno, con un po’ di fortuna, uscirà anche la release di molven.. link all’articolo

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