molven, note tecniche

Mentre esistono musicisti che prediligono, per le modalità di intervento e il tipo di risultato timbrico ottenuto, l’uso di strumenti hardware specifici molto spesso di tipo analogico (synth, mixer, multieffetti), ci sono anche i cultori degli strumenti virtuali, per i quali esistono un’infinità di software musicali che classifichiamo in 4 categorie:

  1. Audio Editor e registratore multitraccia (Audition, Soundforge, Studiolab, Audacity)
  2. DAW non real time (Logic Pro, Pro Tools, Samplitude, Cubase, ACID Pro, FL Studio, Ardour, Reason)
  3. DAW real time (Ableton Live)
  4. Piattaforme modulari programmabili (Native Instruments Reaktor, MAXMSP di Cycling 64)

note_tecniche1Dove DAW sta per digital audio workstation, una combinazione di software e hardware (tipicamente un PC con una scheda audio) per la gestione di tutte le funzionalità per fare musica, tra le quali: synth, editor, sequencer, mixer, effetti. Il tutto in un’unica stazione di lavoro infinitamente espandibile attraverso i plug-in VST.
Se si mette da parte la questione dell’interfaccia (tutt’altro che trascurabile visto che coinvolge direttamente l’interazione con il musicista e il suo gesto), tutti i software di pari livello sono paragonabili in quanto a funzionalità, potenzialità espressive e prestazioni; esiste una certa differenza sostanziale ormai forse solamente tra il software destinato al controllo in ‘tempo reale’ (nel live-set o nelle installazioni interattive), e il software più adatto per il controllo in tempo differito: adatto a chi privilegia nel proprio progetto, il gesto compositivo live, o l’accuratezza del risultato di elaborazione. Si tratta di impostazioni diverse sia nell’approccio creativo che rispetto ai risultati. Anche se, anche qui, l’evoluzione tecnica sta portando rapidamente ad un superamento di questa distinzione e la rapida convergenza verso il real-time, con l’aumento delle prestazioni dei processori e delle memorie e il rapido adeguamento dei Sistemi Operativi e della loro gestione dei processi. Infatti è principalmente un problema di prestazioni hardware il fatto di non poter avere, insieme, l’impatto del gesto compositivo dal vivo e l’accuratezza del risultato sonoro.note_tecniche2

E poi esiste la categoria al punto 4, qui software ideali per quando riguarda il Sound Engineering e la musica sperimentale, dove si testano nel modo più ampio le infinite possibilità di creazione. In questo ambito è MAX di Cycling 74, il software di riferimento, in quanto in grado di offrire il controllo totale sul suono. Ogni elemento è gestibile, dalla intera catena di sintesi interamente programmabile, fin al suo più piccolo elemento (possiamo progettare e costruire strutture modulari di sintetizzatori e non solo utilizzare qualsiasi tecnica di sintesi, ma persino inventarne di nuove), compreso la possibilità di controllare e gestire gli eventi in ingresso in tempo reale attraverso specifici controller.
Un mondo in continua e spasmodica evoluzione che offre ampiamente tutte le possibilità espressive per qualsiasi progetto musicale, purché a prevalere sia l’idea, il progetto, l’elemento creativo rispetto al tempo e alle energie dedicate al fascino per la tecnica e all’aggiornamento dei suoi strumenti, problema tipico di molti musicisti elettronici (ricordate l’immaginario di cui parlavamo prima?), che rischia di sottrarre tempo al lavoro musicale e al senso del proprio progetto.

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